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Tutto su Domenico Modugno, meraviglioso rivoluzionario della musica italiana

Domenico Modugno

Domenico Modugno: la biografia, la vita privata e le curiosità sul più importante innovatore nella storia della canzone italiana, il nostro primo vero cantante moderno.

Nella storia della canzone italiana c’è un prima e un dopo Domenico Modugno. Non c’è stato mai alcun altro nostro artista che abbia stravolto totalmente le regole del gioco, di fatto aprendo alla canzone italiana le porte della modernità. Andiamo a scoprire insieme alcune curiosità sulla vita privata e la carriera di questo genio inimitabile.

Chi era Domenico Modugno: biografia e carriera

Domenico Modugno nacque a Polignano a Mare, in provincia di Bari, il 9 gennaio 1928 sotto il segno del Capricorno. Nel 1935 si trasferì per motivi di lavoro del padre a San Pietro Vernotico, nel brindisino. Fu qui che apprese il dialetto sanpietrano, derivante dal salentino che, che fa parte dei dialetti estremo-meridionali d’Italia, insieme al calabrese e al siciliano.

Imparò a suonare prima la chitarra, poi la fisarmonica durante l’adolescenza, e nel 1945 scrisse le sue prime canzoni, mai incise. Si trasferì due anni dopo, all’insaputa del padre, a Torino in cerca di fortuna. In seguito alla leva militare tornò a casa, nel 1949, si fece crescere i baffi e iniziò a esibirsi come suonatore di fisarmonica alle serenate.

Domenico Modugno
Domenico Modugno

Sul finire degli anni Quaranta si trasferì a Roma e iniziò una carriera da attore, senza peraltro smettere di esibirsi in alcuni locali. Passò quindi nei primi anni Cinquanta a lavorare in radio, grazie anche al successo di una sua canzone in dialetto salentino, scambiato però da tutti per siciliano. Fu così che nacque la leggenda di una sua provenienza sicula, peraltro non smentita in questi anni da Mimì.

Sul finire del 1953 ottenne il suo primo contratto discografico e iniziò a registrare canzoni folk in salentino e siciliano. Il suo primo LP uscì invece nel 1955 con il titolo I successi di Domenico Modugno I, seguito poco dopo dal volume II. Con il passaggio alla Fonit Cetra l’anno dopo riuscì a esordire come autore a Sanremo con il brano Musetto, presentato da Gianni Marzocchi.

Il suo nome iniziò a circolare in quegli anni e a diventare discretamente importante. Intanto Domenico passò nella scrittura dal salentino al napoletano, per poi adottare anche l’italiano. Come cantautore fece il suo esordio a Sanremo nel 1958 con Nel blu dipinto di blu, insieme a Johnny Dorelli. Il brano, il cui testo vantava la firma anche di Franco Migliacci, fu un’autentica rivoluzione.

Nessuna canzone prima di questa e nessun’altra dopo avrà un impatto così forte sulla musica italiana. Per la prima volta, infatti, si ruppero gli schemi classici della melodia amorosa, con buona pace degli interessi delle case discografiche di allora. Ma a decretarne il successo fu anche l’arrangiamento straordinario, firmato da Alberto Semprini, e l’interpretazione attoriale di Modugno, con la celebre apertura liberatoria delle braccia durante il ritornello.

Per comprendere l’impatto di questo brano, basti pensare che non solo arrivò terzo all’Eurovision Song Contest, ma si aggiudicò ben tre Grammy (Disco dell’anno, Canzone dell’anno e Miglior interprete), e rimase primo nella classifica americana per tredici settimane consecutive. Forte di questo primo grande successo, Modugno trovò l’ispirazione per ripetersi l’anno successivo, conquistando Sanremo con un altro brano leggendario: Piove (ciao ciao bambina).

Gli anni Sessanta continuarono sull’onda del successo dei Cinquanta, anche se la sua verve creativa fu differentemente prolifica. D’altronde, un’altra rivoluzione era arrivata nel frattempo in Italia dagli Stati Uniti, quella del rock and roll. Un’onda che Modugno decise di non cavalcare.

Conquistò comunque altri due Sanremo, nel 1962 con Addio… addio… insieme a Claudio Villa, nel 1966 con Dio, come ti amo in coppia con Gigliola Cinquetti. Fu poi protagonista di una clamorosa eliminazione nel 1968, con il brano Meraviglioso, canzone oggi diventata una delle più apprezzate dagli italiani tra quelle del suo repertorio.

Gli anni Settanta furono caratterizzati da numerosi altri successi, anche se ormai la carriera musicale per Modugno non era più una priorità assoluta, essendo tornato al cinema e avendo nel frattempo iniziato a lavorare a teatro (anche con Eduardo De Filippo) e con uomini di lettere importanti come Salvatore Quasimodo e Pier Paolo Pasolini.

Nel 1976, ispirato da un canto popolare siciliano, lanciò però un’altra delle sue canzoni più amate, forse l’ultimo grande successo della sua carriera musicale: Malarazza.

La morte di Domenico Modugno

Il 12 giugno 1984 fu colpito da un ictus mentre era negli studi di registrazione di Canale 5 per una trasmissione televisiva. Accanito fumatore da oltre trent’anni, diede la colpa per questo malore alle cinquanta sigarette giornaliere, che di certo non aiutavano la sua salute.

Il medico di servizio però non si rese conto di quanto fossero gravi le sue condizioni e gli consigliò di prendere un’aspirina e tornare a casa. Nella notte, la sua situazione peggiorò, e costrinse il cantante al ricovero al San Raffaele di Milano. Nonostante numerose cure anche in altre cliniche, rimase paralizzato da un lato del corpo. Una situazione che gli causò difficoltà nel parlare e che lo costrinse ad abbandonare l’attività artistica per qualche tempo.

In quegli anni comunque la sua priorità divenne l’attività politica. Negli ultimi anni di vita, tenne un ultimo grande concerto, il 26 agosto 1993, a Polignano, per riconciliarsi con la sua città. Nell’occasione chiese scusa per aver finto di essere siciliano, ma dichiarò con grandissima onestà: “Per la fame avrei detto pure di essere giapponese“.

Nello stesso anno incise la sua ultima canzone, Delfini (Sai che c’è), insieme al figlio Massimo. Morì il 6 agosto 1994 a Lampedusa, proprio in quella Sicilia che grande fortuna gli aveva portato, per un infarto cardiaco, all’età di 66 anni. Venne seppellito al Cimitero Flaminio di Roma, dove ancora oggi si trova la sua tomba.

La vita privata di Domenico Modugno: moglie e figli

Mimì conobbe a Roma una giovane aspirante attrice siciliana, Franca Gandolfi, figlia di un colonnello. I due si sposarono il 26 giugno 1955 e rimasero insieme per tutta la vita. Dalla loro relazione sono nati tre figli: Marco, Marcello e Massimo.

Domenico ha avuto però un altro figlio, Fabio Camilli, fuori dal matrimonio, dalla relazione con la coreografa Maurizia Calì.

Franca Gandolfi e Domenico Modugno
Franca Gandolfi e Domenico Modugno

Chi è Franca Gandolfi, la vedova Modugno

Franca Gandolfi, nata Guarnaccia, è la vedova del grande cantante pugliese. Venuta al mondo a Messina il 27 novembre 1932 sotto il segno del Capricorno, nella sua vita è stata non solo soubrette e cantante, ma anche attrice dal 1952 al 1963.

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Sai che…

– La casa di Domenico Modugno a Lampedusa è stato acquistato da Valerio Baldini ed è entrato a far parte delle proprietà di un’importante società.

– Non sappiamo a quanto ammontasse il patrimonio di Domenico Modugno al momento della sua scomparsa.

– È stato il primo cantautore in gara al Festival.

– Ha vinto Sanremo per quattro volte.

– Ha scritto circa 230 canzoni.

– È uno dei due cantanti italiani ad aver raggiunto il successo negli Stati Uniti in quegli anni senza incidere canzoni in inglese. L’altro fu Renato Carosone.

– Fu anche deputato e dirigente del Partito radicale negli ultimi anni di vita.

– La famosa statua di Domenico Modugno è una delle maggiori attrazioni della splendida Polignano.

– Lavorò a Torino come cameriere e come apprendista gommista.

– Mr. Volare si è esibito negli anni d’oro in una trasmissione storica come l’Ed Sullivan Show (dove più tardi esplose la beatlesmania) e alla celebre Carnagie Hall di New York.

Se vuoi ascoltare le migliori canzoni di Domenico Modugno, ecco una playlist presente su Spotify:

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ultimo aggiornamento: 27 Novembre 2024 16:17

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